sabato 29 novembre 2008

la "pedagogia" della contessa

un paio di settimane orsono, in un noto programma televisivo, una signora di mezza età, facente parte della borghesia romana, dichiarava di aver dato uno schiaffone a un "ragazzino maleducato napoletano" per educarlo.
COMPLIMENTI
La contessa rilasciava delle dichiarazioni aggiuntive spiegando che ha educato anche sua figlia a suon di ceffoni...infatti la ragazza è educatissima!!!
Volevo assolutamente commentare questo fatto.
Il BRUTTO gesto che la nobildonna romana ha compiuto ai danni del ragazzino maleducato è assolutamente deplorevole...chi è lei per permettersi di "educare"? Se fossi stata la mamma del napoletanino avrei sicuramente sporto denuncia...come si permette di toccare mio figlio? come osa insinuare che io non l'ho educato davanti a milioni di italiani?

Il mio commento, più esteso e complesso, va, però alla pedagogia del ceffone educativo...
Vorrei essere più chiara e lineare possibile su questo fatto.
Il ruolo educativo di un bimbo ce l'hanno solo i genitori.
Essi devono "fare squadra" ed essere coerenti nell'educazione del bambino: se uno dice no lo farà anche l'altro e viceversa, le eventuali discordie andranno discusse in separata sede lontano dalle "orecchie-sonar" del bambino.
I comportamenti scorretti possono essere puniti ma solo i genitori hanno il diritto di decidere i modi e i tempi della punizione. e solo loro e ripeto, solo i genitori, in extremis, possono decidere di ricorrere alle punizioni fisiche. Che siano buffetti sul sederino, schiaffi o ceffoni, sono consentiti, in ultima ipotesi, solo ai genitori.
Nel momento in cui la famiglia ha bisogno di "aiuto" e decide di lasciare il bimbo CONTINUATIVAMENTE ad una terza persona, anche questa subentrerà nel ruolo educativo e dovrà essere coerente con lo stile educativo proposto dai genitori ma senza però ricorrere alla "fisicità".
Un discorso a parte farò per i nonni...il loro ruolo non potrebbe e non dovrebbe essere educativo...i nonni sono "fatti per viziare i nipotini".
Quando il bimbo frequenterà la scuola il ruolo educativo dei genitori verrà demandato anche alle insegnanti..è per questo motivo che scuola e famiglia devono collaborare e scambirsi continue informazioni sul comportamento del bambino e decidere congiuntamente eventuali "strategie" da assumere...ma sempre in assoluta assenza di fisicità.
Le regole così come i comportamenti corretti, vanno spiegati al bambino innanzitutto con l'esempio. L'imitazione è il primo modo di imparare di un bimbo piccolo...spiegare i motivi per cui si è stati puniti è fondamentale così come spiegare i motivi per cui si è stati premiati, le due cose andrebbero sempre bilanciate...
Detto questo: educare con dolore può essere educativo?
La risposta è ASSOLUTAMENTE NO.

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